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IMPARARE CON LE FAVOLE



L’esperienza insegna 

In un bosco innevato, tutti gli animali preparavano le provviste per il lungo e freddo inverno e poi si rintanavano nelle loro case. Ad un certo punto arrivò un vento terribile che spazzò via la casa del ghiro con tutto ciò che c’era dentro. Il ghiro, disperato, corse dal riccio e gli chiese: - Mi potresti dare un po’ di provviste che le mie sono volate via con il vento? – Il riccio gli rispose di no.
Il ghiro sconsolato se ne andò e lavorò giorno e notte per cercare di ritrovare tutte le sue cose.
Questa volta si abbatté, all’improvviso, una tormenta di neve che spazzò via altre case, tra le quali quella del riccio. Triste di aver perso tutto ciò che possedeva, il riccio si recò dal ghiro e gli chiese: - Puoi darmi un po’ di cibo, per favore? Non ho più niente per poter passare l’inverno. – Il ghiro riflettendo su quanto fosse accaduto a lui e alla tristezza che aveva provato nell’essere stato lasciato a cavarsela da solo, gli disse di sì e divise le sue provviste con il riccio.
Il riccio chiese scusa al ghiro per il suo egoismo e di come si era comportato in precedenza. Da quel momento il riccio ed il ghiro divennero amici inseparabili e cominciarono a fare provviste insieme.
Samuele Masciullo 
Classe I B


La vera amicizia

C’erano una volta un ghiro e un riccio, si conobbero un giorno in un bosco innevato. Inizialmente non fu subito amicizia, perché il riccio non aveva una casa dove poter stare ed ospitare qualcuno, ma le loro giornate erano davvero divertenti, perché oltre a cercare provviste per l’inverno aiutando tutti gli altri animali, si riunivano in passatempi spensierati. Un giorno però, dopo aver lavorato tanto, il ghiro disse: - Molto presto andrò in letargo, tu amico mio dove andrai? – Il riccio rispose: - Caro mio, mi rintanerò, forse, sotto un bellissimo castagno. D’altronde sono abituato a non avere una casa ed amici che portano provviste per me. - Il ghiro rimase in silenzio e andò via. Il giorno seguente il riccio trovò sotto il castagno, che aveva scelto come sua casa, tante provviste solo per lui. Questo insegnò al riccio che l’amicizia e la generosità non ci fanno mai sentire soli.
Sara Oliaro 
Classe I B



La favola del ghiro e del riccio

Chicco, il ghiro, e Dudù, il riccio, vivevano in armonia in un bosco innevato. I due animaletti avevano costruito la loro tana all’interno di un vecchio tronco, Dudù sopra, Chicco più in basso.
Una notte, d’inverno, nevicò così tanto che la tana di Chicco fu completamente ricoperta dalla neve e dal ghiaccio. La mattina seguente, al risveglio Dudù non vedendo né sentendo il suo amico, prese con le sue zampette infreddolite a scavare fino a che non riuscì a ritrovare e salvare il povero Chicco; lo portò nella sua tana e gli diede in pasto una minestra calda per riscaldare quel gran bel cuore. Ormai Chicco, però, non aveva più la sua casa, ma a Dudù venne in mente una brillante idea. Con l’aiuto di tutti gli animali del bosco, i due amici costruirono una tana sotterranea con due grandi stanze distinte e vi abitarono insieme prendendosi cura l’uno dell’altro.
Questa favola ci vuole insegnare che la generosità ci fa vivere più felici.
Giulia Di Martino 
Classe I F

STORIA DEL RUGBY



Il Rugby è nato da un atto rivoluzionario compiuto il primo Novembre del 1823 dal giovane William Webb Ellis, che durante una partita di calcio giocata sul prato della Public School di Rugby, cittadina inglese del Warwickshire, prese la palla con le mani (all’epoca  consentito dalle regole) e cominciò a correre (cosa non consentita dal regolamento) fino alla linea di fondo dove depositò la palla.
Questo dice la leggenda, infatti, ai rugbisti piace pensare che il Rugby sia nato con il cuore e con il coraggio di andare contro le regole. La storia dice che, durante gli anni successivi, questo sport si diffuse maggiormente nel Regno Unito. La data ufficiale della nascita del rugby potrebbe essere quella del 1866 quando venne fondata l’International Rugby Board
Il Regno Unito fu per molto tempo maestro indiscusso di questa disciplina sportiva finché la palla ovale non emigrò, sbarcando sotto l’equatore, dove trovò popolazioni con fisici massicci e propensione alla lotta corpo a corpo. Stiamo parlando di tutte quelle nazioni che oggi dominano indiscutibilmente il panorama rugbistico internazionale cioè: Nuova Zelanda, Sud Africa e Australia. In questi Paesi il Rugby cambiò nel corso del tempo migliorandosi, affinando tecnica e tattica fino ad arrivare ai giorni nostri, dove ormai è pura espressione di esplosività forza fisica, grande tecnica e infinita intelligenza tattica. Nella nostra penisola il rugby arrivò nel finire del ‘800 a Genova per mano della comunità Inglese.
Ma è con gli anni ’90 che il rugby azzurro cresce in maniera decisa ed evidente. Crescita che avrà il suo apice con la memorabile vittoria sulla Francia a Grenoble data 1997. Quella vittoria è il preludio alla coronazione di un sogno che si avvererà nel 2000, quando l’Italia viene invitata a partecipare al 5 Nazioni che da lì in poi cambierà nome diventando il 6 Nazioni.

La data è quella del 5 febbraio 2000, il luogo è lo stadio Flaminio di Roma, l’Italia trascinata da un fenomenale Diego Dominguez batte la Scozia 34-20. È storia. Da quel girono il cammino degli Azzurri nel 6 Nazioni è piena di grandi partite giocate con cuore e grinta come quella del 24 febbraio 2007 a Murrayfield,  la Scozia si arrende ad un’Italia che va in meta tre volte nei primi sei minuti: finisce 17-37, ed è la prima vittoria lontano dal Flaminio nel 6 Nazioni.
Lorenzo Bax, Lorenzo Bianchini, 
Flavio Freda,  Flavio Marella, Alessio Chiappetta
Classe I D