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NOTIZIE DI PRIMAVERA

Come la primavera ha un grande varietà di colori, così gli articoli dei nostri ragazzi vi offriranno un arcobaleno di notizie.
Potrete navigare tra cinema e teatro, due percorsi importanti vissuti dalle classi terze per riflettere sulla nostra storia presente e passata: la Shoah, la Giornata della Memoria, le varie forme di discriminazione, questi i temi che ci propongono i nostri ragazzi; ma sul tema della Shoah avremo anche l’interpretazione limpida e schietta dei bambini delle classi IV della scuola primaria. Per la rubrica Pretendiamo il Buon Esempio, conosceremo sia il progetto UNPLUGGED, volto a prevenire l'uso di sostanze che creano dipendenza, come droghe, tabacco, alcol sia i 10 consigli che il WWF ci suggerisce per modificare le nostre abitudini e adottare “buone pratiche” per un’alimentazione a minore impatto ambientale.
Si aprono le porte del Laboratorio di Scienze della scuola, quindi tutti al microscopio: chissà cosa avranno scoperto i ragazzi della I E. Non mancheranno poi le nostre interviste impossibili, viaggi nella cultura e nella tradizione inglese e spagnola, uscite didattiche, consigli di lettura e i nostri immancabili attacchi d’arte.
Come sempre, allora, vi auguriamo una BUONA LETTURA!

La Redazione

SULLE ORME DELLA MEMORIA

Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria in cui ricordiamo lo stesso giorno di settant’anni fa nel quale i soldati russi sono entrati nei campi di sterminio per liberare i prigionieri dai nazisti. Per questa occasione, il 25 gennaio nella nostra scuola abbiamo visto un breve spettacolo teatrale intitolato Sulle orme della memoria, con la partecipazione di un’inviata di guerra, Mimosa Martini, voce narrante. Lo spettacolo ha parlato della Shoah non guardando alla storia passata ma raccontandoci quello che sta succedendo oggi nel mondo: paura, discriminazione, guerra.
Nello spettacolo la discriminazione è stata rappresentata tramite un piccolo monologo di una signora di Padova che, in una comica telefonata, ha rivelato tutti i suoi pre-giudizi nei confronti degli extracomunitari, principalmente di quelli poveri, dei quali pensa che siano persone poco raccomandabili. La guerra viene descritta attraverso i disegni realizzati da alcuni bambini profughi che hanno attraversato il mare con i propri familiari: un viaggio verso l’ignoto in fuga dalla guerra. Molti di loro hanno raffigurato il mare solcato dai barconi, altri hanno rappresentato tante mani che si intrecciano, forse in segno di solidarietà. Tutti quei disegni esprimevano la sofferenza di quei bambini di dover lasciare la propria terra, i propri amici, la scuola e le grandi difficoltà che devono affrontare, come quella di imparare una lingua nuova o stringere nuove amicizie.
La paura, infine, ci è stata mostrata attraverso una parte dedicata all’attentato al Bataclan di Parigi, nel quale è morta, tra gli altri, la nostra connazionale Valeria Solesin. Ed è proprio Valeria la protagonista di questa parte di spettacolo, un’attrice ha recitato un monologo sulla sua morte che recitava più o meno così: «Dove sono? Il mio telefono è a terra. Andrea, il mio ragazzo, si guarda intorno per capire cosa sia successo. La musica si interrompe. Mi sembra di volare. La gente scappa perché ha paura. Ho paura anch’io, non so cosa mi sia successo...».
 Lo spettacolo, in effetti, non ha parlato  della Shoah, o meglio non ne ha parlato come ci saremmo aspettati. Il titolo dello spettacolo, Sulle orme della memoria parla della Shoah nella misura in cui essa ha qualcosa in comune con la nostra attualità. Oggi come ieri, infatti, chi professa una religione diversa da quella più diffusa viene discriminato, chi è molto povero viene allontanato, chi è omosessuale viene deriso, e si potrebbe allungare la lista con moltissimi altri casi di disprezzo. Tutto questo è frutto del modo in cui si giudica una persona che ci appare diversa. Questo modo negativo di porsi  verso gli altri contribuisce a creare un clima di guerra, perché la guerra non è solo quella fatta con le armi ma anche quella fatta con le parole. La memoria quindi è fondamentale perché è un filo che unisce il passato al presente e lo raccorda con il futuro, la memoria è uno strumento prezioso per proteggere e diffondere la pace. Questo spettacolo ci ha fatto capire che la Giornata della Memoria non può essere celebrata solo un giorno all’anno, ma deve essere il modo di vivere la quotidianità, ricordandoci che innalzare muri, discriminare, allontanare, giudicare senza conoscere sono solo alcune delle cause che portano alla guerra.

Martina De Iesu III D

I NOSTRI "SE..."

Questa poesia l’abbiamo scritta noi ragazzi della III A. Come? E’ nato tutto grazie alla professoressa Cicchetti con la quale abbiamo letto in classe la poesia di Rudyard Kipling intitolata “SE”. Il poeta elenca i suoi “se” come difficoltà da affrontare nella vita prima di diventare uomini o donne, ed ognuno di noi è riuscito ad esprimere qualcosa sul percorso che stiamo affrontando nella nostra vita. Le riflessioni e il confronto di gruppo ci ha portato a scrivere i nostri pensieri in versi imitando il poeta.

Se…

Se riesci a sopportare il dolore di essere incompreso.
Se sei tu l’amico che mi porterà alla vittoria.
Se riesci a distaccarti dal gruppo, quando fa qualcosa di sbagliato.
Se riesci a mantenere la calma anche nelle situazioni peggiori,
e a far tesoro dei consigli degli altri.
Se riesci a rialzarti dopo essere stato ferito e  continuare a combattere.
Se non esiste nella tua vita la parola impossibile.
Se riesci ad avere fiducia quando tutti ti mettono in dubbio.
Se in questo mondo dove ognuno cerca di essere qualcun altro tu rimarrai te stesso
e ne andrai fiero.
Se riesci a dimostrare di essere maturo.
Se, per quanto sia difficile la vita, ai tuoi sogni crederai sempre.
Se riesci a non invidiare chi ha più di te.
Se riesci a fidarti del prossimo, ma non troppo.
Se riesci ad amare senza fare dell’amore un tuo dittatore.
Allora…, sarai pronto ad affrontare la vita!!!


Gli alunni della III A

TORNA IL CINEFORUM

Noi, ragazze e ragazzi della III A e della III F, abbiamo iniziato a riunirci, di lunedì, per vedere dei film insieme, con lo scopo di comprendere meglio, attraverso il cinema, gli argomenti di storia e letteratura che stiamo affrontando quest’anno, e che riguardano, ad esempio, la I e la II guerra mondiale, oppure la discriminazione razziale. Finora abbiamo visto due film: “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin e “Invictus” di Clint Eastwood. Il primo è stato girato nel 1940, in piena II guerra mondiale; il film è molto divertente e ci ha fatto riflettere sul dramma della persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti:  è  una feroce satira della dittatura di Hitler, fatta però, come disse lo stesso autore, senza conoscere l’orrore dei campi di concentramento. Soprattutto alcuni di noi sono rimasti colpiti perché era la prima volta che vedevano un film in bianco e nero. Il secondo, invece, è un film che racconta di come Nelson Mandela, eletto presidente del Sudafrica riuscì a sconfiggere l’apartheid grazie allo sport, al rugby. Apartheid significa separazione ed appunto era un termine usato per indicare la netta separazione nella società sudafricana tra bianchi (dominatori) e neri (discriminati per il colore della loro pelle e privi di tutti i diritti). Grazie allo sport e, soprattutto alla riconciliazione, Nelson Mandela insegnò a bianchi e neri a vivere insieme, in rispetto ed in armonia, senza cercare vendette, ma esercitando il perdono. Nelle prossime settimane continueremo a vedere altri film, in particolar modo sulla società italiana del dopoguerra e sulla guerra del Vietnam. Secondo noi vedere questi film insieme è un modo per apprendere meglio ciò che abbiamo studiato sui libri, ed è interessante anche vedere come questi argomenti vengono reinterpretati dall’occhio del regista, il quale, spesso, essendo più sensibile di un libro ci offre nuovi spunti di discussione, sui quali è bene riflettere. Speriamo che questo progetto continui ancora per molto, perché è un modo bello e divertente di imparare!!!!

Elisa Raponi, Giada Tonni, Giorgia Zampieri III A
Giada Palombi, Greta Alò Saporito,  Martina Squarcia III F

UNPLUGGED

Da settembre 2015 la nostra classe sta partecipando ad un progetto scolastico per prevenire l'uso di sostanze che creano dipendenza, come droghe, tabacco, alcol.
“Unplugged”, questo è il nome del progetto, è stato sperimentato in Europa e in Italia e ad esso hanno aderito molte scuole.
Questo programma si suddivide in dodici attività nel corso delle quali ci riuniamo per parlare e per esprimere senza imbarazzo le nostre opinioni riguardo a diverse situazioni che si possono verificare nel mondo dei giovani.
Nel mondo, oltre alle realtà positive, ci sono anche situazioni che ci portano al male e con questo progetto stiamo imparando a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e a saper dire di no alle tentazioni.Con semplici giochi di ruolo, test eattività di gruppo riusciamo ad affrontare i diversi temi che i professori ci propongono in modo piacevole e ad essere noi stessi nei momenti di confronto.
Il progetto è un'alternativa alle solite lezioni, è utile e divertente, ma nello stesso tempo richiede molta serietà.Noi ragazzi siamo “entrati” nel progetto e l'abbiamo preso a cuore; è un'esperienza nuova e piacevole che ci sta cambiando positivamente.

Gaia Sforza, Alessia Mariani, Alice Di Cola, 
Alessandro Schembri, Ricardo Gabriel Iannone, 
Eleonora Albertini, Elisa Moscatiello II E

IL GIORNO DELLA MEMORIA CON GLI OCCHI DEI BAMBINI

In occasione del Giorno della Memoria i ragazzi delle classi 4 A-B-C della Scuola Primaria dell’Istituto, hanno espresso le loro riflessioni sulla SHOAH ebraica. Il cartellone disegnato NEVESHALOM si chiama anche WAHAT AL SALAM. E’ un paesino israeliano, vicino a Gerusalemme, con due nomi, uno ebreo ed uno arabo, perché lì ebrei e arabi vivono insieme, IN PACE.
A. Cirillo

Il Giorno della Memoria è un giorno molto importante. Fare memoria è molto duro e triste per chi ha vissuto quelle brutte cose che questa gente ha fatto, ma se noi sappiamo, se noi capiamo ciò che si prova, non lo faremo succedere mai più. Questo dipende da noi che siamo ancora bambini.
Sara Marino 4C

Il 27 gennaio di ogni anno si ricorda quella volta che gli ebrei furono portati nei campi di concentramento. Ci dobbiamo ricordare di questo giorno sperando che non succeda più a nessuno e che ci sia la pace in tutto il Mondo. Niente guerra!
Iris Krnjesin4C

Il 27 gennaio è un giorno triste perché facciamo memoria della SHOAH. I tedeschi consideravano gli ebrei diversi, per loro non erano persone. Gli ebrei erano ricchi e quindi i tedeschi gli tolsero anche i capelli, è tristissima questa cosa, speriamo non accada più.
Gaia Marino 4C

Non mi sembra giusto che i tedeschi abbiano portato gli ebrei nei campi di concentramento, solo perché credevano che non erano uguali a noi, tutti siamo uguali.
Benedetta Del Rosso 4C

Quando penso al Giorno della Memoria mi sento triste perché a me non piace la guerra, ma la pace… Ecco perché spero che nel mondo non succedano più fatti del genere.
Sara Zunica 4C

Molti anni fa, per colpa dei nazisti, tutti gli ebrei dovevano essere portati nei campi di concentramento, per svolgere lavori pesanti e poi morire nelle camere a gas. Poi un giorno finalmente arrivarono i russi e liberarono gli ebrei, ed è per questo che molte persone ricordano il giorno della memoria, per non dimenticare quelle povere persone che morirono nelle camere a gas. Il capo dei nazisti era Hitler, che credeva che la razza dei tedeschi era una razza superiore, e per questo uccisero migliaia di ebrei. Secondo me è stata una cosa ingiusta far soffrire e far morire persone innocenti. Se io fossi nata in quell’epoca avrei voluto essere un’americana! Tutti noi conosciamo la storia di Anna Frank e sappiamo com’era brutto subire ciò che volevano i nazisti.

Aurora Nelson 4A


TUTTI NEL LABORATORIO DI SCIENZE

La scorsa settimana con la professoressa Pennacchini abbiamo potuto osservare le cellule animali e vegetali nel laboratorio di scienze. Abbiamo prelevato un pezzettino di cipolla e l’abbiamo messa su un vetrino porta-oggetti. Poi abbiamo messo un po’di acqua distillata e un colorante. Infine con le pinzette abbiamo coperto tutto con un vetrino copri-oggetti facendo attenzione a far uscire le bolle d’aria che si formano nel vetrino. Abbiamo preso poi un campione di cellule animali dalla saliva di un nostro compagno di classe, con il suo consenso. Abbiamo quindi fatto un altro vetrino con questo campione di saliva preso strofinando l’interno della sua  guancia con un cotton-fioc. Poi finalmente tutti al microscopio!! Abbiamo potuto osservare che le cellule vegetali hanno una forma geometrica precisa, come dei mattoncini di un muro, per la presenza della parete vegetale. 
Le cellule animali, invece, sono risultate di forma più arrotondata, in quanto non hanno la parete vegetale. Infine ci siamo divertiti ad osservare altri vetrini che aveva portato un nostro compagno: larve di zanzara, una zecca e un vetrino conalcuni campioni di tessuto, lana, cotone enylon.E’ stata un’esperienza molto interessante.

Edoardo Mariani, Alessandro Rollo, Flavio Cortellessa 1 E

PER UN’ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE

Vorrei parlarvi di una ricerca che insieme ai miei compagni di classe ho affrontato con la professoressa Iesu, di Tecnologia. Abbiamo scoperto e capito che l’alimentazione influisce non solo sul benessere del nostro corpo ma anche sulla salute del nostro pianeta.
Vi chiederete perché?
La produzione e la consumazione del cibo contribuiscono al riscaldamento globale, alla desertificazione e alla perdita di biodiversità della Terra. Per ridurre tali fenomeni così disastrosi, basterebbe praticare un’alimentazione sostenibile.
Ma cosa vuol dire?
Un’attività si dice che è sostenibile quando non sottrae risorse alle generazioni future o ad altre popolazioni. Quindi un’alimentazione sostenibile è quella che prevede la produzione e il consumo di cibo che utilizzi le risorse naturali, suolo e acqua, in modo moderato, ma anche che protegga la biodiversità e gli ecosistemi, che emetta basse quantità di carbonio e azoto, che rispetti la stagionalità, che garantisca la qualità di vita degli animali allevati, che compia poca strada dal campo alla tavola.
Se sviluppiamo una maggiore consapevolezza dei nessi causali esistenti tra le nostre scelte di consumo alimentare e l’ambiente, avremo la possibilità nella nostra vita quotidiana di compiere azioni non più dannose al nostro pianeta.
Per questo motivo vi elenco i 10 consigli che il WWF ci suggerisce per modificare le nostre abitudini e adottare “buone pratiche”per un’alimentazione a minore impatto ambientale:
  1. Acquista prodotti locali
  2. Mangia prodotti di stagione
  3. Diminuisci i consumi di carne
  4. Scegli i pesci giusti
  5. Riduci gli sprechi del cibo
  6. Privilegia i prodotti biologici
  7. Cerca di non acquistare prodotti con troppi imballaggi
  8. Cerca di evitare i cibi eccessivamente elaborati
  9. Bevi l’acqua del rubinetto
  10. Evita sprechi anche ai fornelli.

Buona “pratica” a tutti!


Di Leggi Alessandra II A

AN EXPLOSIVE TOUR IN JANICULUM


 The last school trip we did was referred to the Roman Republic and the years when Garibaldi lived. They showed us their war uniforms. Then, our guide showed us Garibaldi’s grandchildren who had gone to war with him and some ever against him. After the tour we went to visit the museum dedicated to Garibaldi at Gianicolo (Janiculum), and, at noon we heard the explosion of the cannon and saw Rome from the top of the hill. Then we had a walk around Gianicolo and Saw the statue of Garibaldi. After that we went back to school.

Maria Luisa Palumbo III D

QUINCEAÑERA

En muchísimos países de América Latina, las fiestas de los quince años constituyen un gran evento social: marcan el paso de una muchacha joven a la adolescencia. Cada país tiene rituales y costumbres diferentes; sin embargo, una de las más interesantes es la fiesta que se celebra en México. Aquí la fiesta empieza ya en la madrugada, cuando un grupo de mariachis le cantan e la quinceañera “Las mañanitas” u otra serenata. La celebración sigue con la misa de agradecimineto , en una iglesia adornada con flores rojas. En algunos casos la  quinceañera acude a la misa en un coche antiguo o en una carroza en forma de calabaza, parecida a la de Cenicienta.
Después de la misa, ¡empieza la verdadera fiesta!
La  quinceañera luce un vestido muy elegante y vaporoso, generalmente de colores pasteles y se coloca una tiara en el pelo. Todos los invitados se visten elegantemente: las mujeres con trajes  largos y los hombres con traje y corbata. El primer baile es un vals, que la chica baila con su papá, a éste le siguen los bailes con los quince muchachos más representativos en su vida (amigos, compañeros del colegio, parientes), y cada uno de ellos le regala una rosa roja. La fiesta sigue con otros bailes (pasodoble, merengue y bailes modernos) hasta altas horas de la noche.
Un momento muy importante de la ceremonia es el cambio de zapatos: el padre de la  quinceañera ayuda su hija a cambiarse los zapatos planos por unos de tacón. Este momento simboliza que la joven deja de ser niña y se ha convertido en mujer. También, en algunos casos, durante el primer vals el padre le regala una muñeca, para indicar que ésta será la última que recibirá en su vida.

Classe II D

BRITISH BREAKFAST

In England people haven’t got time to cook their breakfast so they eat very simple food like people in Italy.They eat cereal with milk or a slice of toast with butter and marmalade with orange juice. At the weekend parents cook special breakfast like bacon and eggs or toast with sausages,bakedbeans,mushroom and tomatoes.It depends where you come from.You eat this food with a big mug of tea.In Ireland all the days people eat a special breakfast,usually with eggs,bacon or fried potatoes with special black sausage called black pudding.In Wales breakfast includes laverbread.It’s a green sea vegetable, this is very great with eggs and bacon.In Scotland breakfast name is porridge.You cook oatmeal with water and milk and put sugar on it.Sometimes Scottish people cook fish called kippers.British breakfast is different by England,Ireland,Wales and Scotland.One of the most important food in the UK is the roll.It’s a traditional British breakfast.The recipe is this: first you cut the roll and toast,next wash a few mushrooms or tomatoes and cut them into slices.Then cook a frying pan with butter.Next fry the bacon and eggs.Put in the roll one slice of bacon and egg.After put in the roll mushrooms or tomatoes.The roll is great with orange juice or tea.

Daniele Teti II B

LA PICCOLA FADETTE DI GEORGE SAND

La piccola Fadette, titolo originale La petiteFadette, è un romanzo di George Sand, ambientato nella Francia del 1849. Racconta di due fratelli gemelli, Landry e Sylvinet, e della piccola Fadette. Al villaggio arriva la notizia della nascita di due gemelli. E' difficile educare due gemelli.Di solito uno è più delicato dell'altro. Bisogna non vestirli uguali, prendere due balie, non farli crescere con gli stessi gusti...questi sono i consigli di comare Sayette, ma i genitori per motivi economici decidono di ignorarli.Giunge, però, per i due il momento di separarsi e il papà manda Landry in una tenuta vicino dove va a lavorare, si inserisce nella famiglia e si innamora anche della bella Madaleine. Sylvinet è geloso e una domenica esce di casa e sparisce. Landry, disperato, si mette alla sua ricerca quando, ad un tratto, nel bosco incontra Fadette, una ragazzina povera, "strana", emarginata da tutto il villaggio insieme alla nonna che viene considerata un po’ strega.Fadette, il cui vero nome è FauchanFadet,è soprannominata così, cioè spiritello, folletto e viene presa in giro da tutto il villaggio, eppure presto arriverà l'amore anche per lei.
Il romanzo è affascinante per il rapporto tra i due gemelli e per il personaggio di Fadette che ci fa capire che ognuno di noi è unico, ha una bellezza speciale e che non dobbiamo emarginare nessuno.                   
                                                          Gli alunni della II F

CAPPUCCETTO INVERSO

Cappuccetto era una cacciatrice che lavorava per una casa di moda in cui si producevano pellicce; la nonna di Cappuccetto era la famosa direttrice di questa azienda.
Un giorno, andando a caccia, Cappuccetto sentì un ululato e cercando di scoprire da dove provenisse trovò in una tana due cuccioli di lupo. Decise allora di allevarli per poi ucciderli ricavandone le pelli da portare alla nonna.
Li portò quindi a casa e li rinchiuse in un capannone.
Quando mamma lupa tornò alla tana non li trovò e, spaventata, cominciò a cercarli con il GPS del suo telefonino, finché non li trovò e li liberò.
In quel momento però arrivò Cappuccetto che li vide e cominciò a sparare; mamma lupa riuscì a schivare i colpi di fucile e mangiò Cappuccetto.
Tornò alla tana con i suoi cuccioli e da allora tutti gli animali del bosco vissero felici e contenti.
Sofia Nardi I C

INTERVISTA IMPOSSIBILE AD ACHILLE

Per questo numero del nostro giornale abbiamo avuto l’opportunità di intervistare un personaggio mitologico molto importante il cui nome è stato addirittura utilizzato in campo medico per indicare un tendine, ACHILLE!
  • Buongiorno Achille, che cosa ti ha spinto a partecipare alla guerra di Troia?
  • Ho deciso di prendere le armi per vendicare il mio amico Patroclo ucciso da Ettore, elmo splendente e per distruggere Ilio.
  • Cosa hai provato quando hai saputo che Patroclo, il tuo migliore amico, è stato ucciso da Ettore l’eroe troiano?
  • Per me è stato difficile, ho provato tante emozioni: tristezza, dolore, gioia, ma soprattutto tanta rabbia e desiderio di vendetta.
  • Cosa indossavi durante la guerra?
  • Avevo una lancia, uno scudo per proteggermi dai colpi, l’armatura e l’elmo fatti di ferro.
  • Sappiamo che Ettore è morto per mano tua, ma come è riuscito suo padre, Priamo, a riaverne il corpo?
  • Ero ancora molto arrabbiato dopo aver ucciso Ettore e senza pensarci troppo ho fatto cose terribili al suo corpo: era ridotto malissimo e così non l’ho subito restituito a Priamo. Giorni dopo la morte di Ettore,  il vecchio re si presentò a me, si inginocchiò ai miei piedi e mi baciò le mani. Ero stupefatto da quel gesto, ma ancora arrabbiato. Poi però lui iniziò a parlare dell’amore che provava per suo figlio e cominciò a ricordarmi mio padre. Fu in quel momento che la dolcezza di quell’uomo mi colpì e io decisi di restituirgli il corpo straziato del figlio.
Grazie ad Achille per averci raccontato momenti importanti della guerra di Troia e per averci confidato anche i sentimenti e le emozioni vissute.
Giorgia Feroci I A

LA CAMERA DI VAN GOGH

Van Gogh in questo quadro rappresentò la sua camera nella “casa gialla” di Arles. La prospettiva è falsata dalla sedia e dal tavolo: è la prospettiva della sua visione. Sono usati colori complementari, per ottenere un effetto di armonia ed energia; i colori che corrispondono alla sua visione interiore, e non a quella realistica.
Marta Marino  III A


AUTORITRATTO

Con il mio autoritratto, ispirato alla corrente artistica dell' espressionismo, ho voluto comunicare attraverso gli occhi, il turbamento rispetto a questo periodo non tranquillo che stiamo vivendo. I colori vivaci rispecchiano la mia personalità, il cerchietto sopra i capelli arricchito dal fiore, attribuisce al mio autoritratto un tocco di spensieratezza propria della mia giovane età unita al desiderio di speranza per un mondo migliore. Mi sono rappresentata con questi colori perché sono quelli che più rappresentano il mio carattere. I colori chiari rappresentano gli aspetti positivi quelli scuri invece gli aspetti negativi.
Elisa Milani III D

LA SIGNORA IN BLU

Tra i pittori e gli ideatori dell’arte del Novecento, mi ha interessato molto Matisse, uno dei celebri artisti all’ espressionismo francese. 
L’espressionismo, è uno stile artistico che mi è piaciuto molto, perché rappresenta lo stato d’animo di una persona attraverso i colori, la pennellata. L’utilizzo dei colori vivaci esprime proprio la gioia dell’anima come il quadro di Matisse, “La Signora in blu”, che mi ha colpito proprio per le sue caratteristiche cromatiche.
Francesca Falanga III D