Il 27
gennaio si celebra la Giornata della Memoria in cui ricordiamo lo stesso giorno
di settant’anni fa nel quale i soldati russi sono entrati nei campi di
sterminio per liberare i prigionieri dai nazisti. Per questa occasione, il 25
gennaio nella nostra scuola abbiamo visto un breve spettacolo teatrale
intitolato Sulle orme della memoria, con
la partecipazione di un’inviata di guerra, Mimosa Martini, voce narrante. Lo spettacolo ha parlato della Shoah non guardando alla storia passata
ma raccontandoci quello che sta succedendo oggi nel mondo: paura,
discriminazione, guerra.
Nello
spettacolo la discriminazione è stata rappresentata tramite un piccolo monologo
di una signora di Padova che, in una comica telefonata, ha rivelato tutti i
suoi pre-giudizi nei confronti degli extracomunitari, principalmente di quelli
poveri, dei quali pensa che siano persone poco raccomandabili. La
guerra viene descritta attraverso i disegni realizzati da alcuni bambini
profughi che hanno attraversato il mare con i propri familiari: un viaggio
verso l’ignoto in fuga dalla guerra. Molti di loro hanno raffigurato il mare solcato
dai barconi, altri hanno rappresentato tante mani che si intrecciano, forse in
segno di solidarietà. Tutti quei disegni esprimevano la sofferenza di quei
bambini di dover lasciare la propria terra, i propri amici, la scuola e le
grandi difficoltà che devono affrontare, come quella di imparare una lingua
nuova o stringere nuove amicizie.
La
paura, infine, ci è stata mostrata attraverso una parte dedicata all’attentato
al Bataclan di Parigi, nel quale è morta, tra gli altri, la nostra connazionale
Valeria Solesin. Ed è proprio Valeria la protagonista di questa parte di
spettacolo, un’attrice ha recitato un monologo sulla sua morte che recitava più
o meno così: «Dove sono? Il mio telefono è a terra. Andrea, il mio ragazzo, si
guarda intorno per capire cosa sia successo. La musica si interrompe. Mi sembra
di volare. La gente scappa perché ha paura. Ho paura anch’io, non so cosa mi
sia successo...».
Lo
spettacolo, in effetti, non ha parlato della Shoah,
o meglio non ne ha parlato come ci saremmo aspettati. Il titolo dello
spettacolo, Sulle orme della memoria
parla della Shoah nella misura in cui
essa ha qualcosa in comune con la nostra attualità. Oggi come ieri, infatti, chi
professa una religione diversa da quella più diffusa viene discriminato, chi è
molto povero viene allontanato, chi è omosessuale viene deriso, e si potrebbe
allungare la lista con moltissimi altri casi di disprezzo. Tutto questo è
frutto del modo in cui si giudica una persona che ci appare diversa. Questo
modo negativo di porsi verso gli altri contribuisce
a creare un clima di guerra, perché la guerra non è solo quella fatta con le
armi ma anche quella fatta con le parole. La memoria quindi è fondamentale
perché è un filo che unisce il passato al presente e lo raccorda con il futuro,
la memoria è uno strumento prezioso per proteggere e diffondere la pace. Questo
spettacolo ci ha fatto capire che la Giornata della Memoria non può essere
celebrata solo un giorno all’anno, ma deve essere il modo di vivere la
quotidianità, ricordandoci che innalzare muri, discriminare, allontanare,
giudicare senza conoscere sono solo alcune delle cause che portano alla guerra.
Martina
De Iesu III D