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Il viaggio continua!

Eccoci - quasi puntuali - con l'uscita del secondo numero di Cinquecentonovant@News!
Tante curiosità vi attendono... Quindi divertitevi a scoprire cosa hanno pensato per tutti i lettori i provetti giornalisti della nostra Scuola.
Potete iniziare da un'intervista impossibile a don Rodrigo o a Leopardi - avete capito bene... Proprio il grande poeta - o misurare la vostra conoscenza delle lingue, facendo un click sulla rubrica "I speak con el mundo".
Se invece avete voglia di una fiaba, andate a leggere cosa hanno combinato con un grande classico - Cappuccetto Rosso - i nostri alunni di prima media!
E poi tante altre sorprese vi aspettano in tutte le altre rubriche: spettacoli realizzati a scuola dal gruppo del laboratorio teatrale, la corsa campestre, un piccolo laboratorio scientifico realizzato in classe, gli alberi del professor De Moro, le riflessioni dei ragazzi di terza media sull'eccidio delle Fosse Ardeatine, l'interessantissimo lavoro sui diritti dei bambini, a cui noi - come scuola UNICEF - teniamo in maniera particolare.
Un GRAZIE speciale va agli alunni delle quinte elementari, che hanno voluto contribuire a questo numero con un articolo sul lavoro di continuità svolto dai docenti della Scuola Media nelle loro classi.
Già abbiamo svelato un bel po' di contenuti... Ora, però, tocca a voi continuare a scoprire cosa "si nasconde" nelle nostre rubriche!
A tutti buona navigazione e buona lettura!

 
La Redazione

Cappuccetto Nero o Cappuccetto la Ribelle?

Un giorno la mamma disse a Cappuccetto Nero: "Porta delle mele alla nonna che le deve immergere in una miscela di veleno."
Cappuccetto Nero disse: "OK! Con grande piacere... Ho proprio voglia di fare una bella passeggiata!"
Cappuccetto andò dalla nonna e portò le mele da avvelenare. Le diede alla nonna e la nonna disse: "Era ora!" E le mise nella miscela.
Quando le immerse nel veleno, si sentì un forte rumore che attirò l'attenzione di un lupo buono che abitava nel bosco.
Il lupo sbirciò dalla finestra e vide tutto un fumo verde, simile ad una nebbia. Allora il lupo aprì la porta per salvare la nonna e Cappuccetto Nero.
Gettò dell'acqua nella miscela, le portò fuori dalla porta, le mise a terra e le aiutò a riprendersi. Appena Cappuccetto e la nonna si resero conto che il lupo aveva rovinato il veleno, anziché ringraziarlo per avergli salvato la vita, si infuriarono e cominciarono ad inseguirlo per dargli una lezione.
Per sua fortuna il lupo conosceva molto bene il bosco, e così riuscì a trovare un buon nascondiglio.
Nel frattempo la mamma, vedendo che  Cappuccetto non tornava, decise di andare a cercarla. Quando la trovò, Cappuccetto e la nonna le raccontarono tutto quello che era successo e anche lei si infuriò con il povero lupo, promettendo vendetta.
Insomma, da quel giorno il povero lupo ebbe paura ad avventurarsi nel bosco da solo e iniziò ad uscire solo di notte. Per quanto riguarda, invece, Cappuccetto e la sua strana famiglia... continuarono a vivere tutti infelici e scontenti!
N. Lucarelli (IB)



C'era una volta una bambina di nome Cappuccetto la Ribelle, chiamata così perché era una bambina un po' esuberante che faceva sempre di testa sua.
Un giorno la mamma le chiese se poteva portare dei dolcetti alla nonna malata. Lei le disse di sì.
La bambina, mentre passeggiava nel bosco, si ritrovò in un campo pieno di fiori velenosi. Dato il suo carattere, le venne in mente di avvelenare i dolci... E così fece.
Dietro un albero c'era un lupo che la spiava. Vedendo che avvelenava i dolci, corse subito a casa della nonna per salvarla e la nascose dentro un armadio.
Il lupo era un animale molto docile e tranquillo, mentre la nonna, dolce e buona, aveva  un cuore grande e voleva molto bene a Cappuccetto. La bambina, arrivata a casa della nonna, le diede i dolcetti, non sapendo che sotto le coperte c'era il lupo travestito. L'animale finse di mangiare i dolcetti e Cappuccetto, vedendo che non si sentiva male, provò ad assaggiarli, ma le venne subito un gran mal di pancia.
Cappuccetto chiese aiuto al lupo, che per fortuna aveva un antidoto, e si salvò. La nonna uscì dall'armadio, sgridò molto severamente Cappuccetto, spiegandole cosa sarebbe potuto capitare, e la mise in punizione.
Cappuccetto chiese scusa e vissero tutti felici e contenti.
A. Liscaio (IB)



L'arte diventa tridimensionale



Insieme al professor De Moro abbiamo deciso di costruire in classe degli alberi tridimensionali.
Il professore ci ha comunicato che, poiché avrebbero avuto tre “facce” diverse, la prima avrebbe rappresentato la felicità, la seconda la paura e la terza sarebbe stata a nostro piacere. Ci ha suggerito quindi di pensare alle nostre emozioni relative a questi sentimenti e a una nostra sensazione preferita, che proviamo spesso.


Passando poi alla pratica, ci sono serviti: 
- forbici
- colla
- matita
- colori
- tre fogli F4 ruvidi e… un pizzico di fantasia!


Innanzitutto abbiamo disegnato su un foglio il primo albero e, particolare importante, anche le radici, per poi farlo stare in piedi!
Poi lo abbiamo colorato, ritagliato e appoggiato su un altro foglio per ricalcarne la sagoma.
Abbiamo colorato anche il secondo albero, abbiamo piegato a metà verticalmente i due alberi e abbiamo incollato tra di loro solo una delle due metà. Dopodiché abbiamo disegnato il terzo albero e lo abbiamo incollato sulle due metà rimaste bianche.
Questi tre alberi, incollati tra di loro, ne formavano uno solo, che si reggeva in piedi!

Per rappresentare il lato della felicità, abbiamo utilizzato colori caldi e vivaci, mentre per quanto riguarda quello della paura abbiamo usato colori scuri, e molti di noi hanno disegnato rami ondulati, spine, fantasmi, scheletri, teschi, tantissimi pipistrelli e ragnatele con i ragni.

Per portare a termine il nostro lavoro ci sono volute quattro lezioni, ma ne è valsa la pena: ogni albero ha colori, rami e tronco diversi ed esprime la nostra creatività. Ci abbiamo messo tutto il cuore ed è stato come raccontare le nostre emozioni!
L’attività che abbiamo svolto è stata un’esperienza fantastica, che non potremo mai dimenticare, perché ci siamo divertiti molto e gli alberi tridimensionali sono venuti davvero bene.
 
 I ragazzi della 1^A




La familia Real

El 2 de junio de 2014 el Rey Don Juan Carlos abdicó en favor de su hijo Felipe, ahora Rey Felipe VI de Borbón, tercer hijo de Rey Juan Carlos y de la Reina Sofía. Las hermanas del rey actual, Dona Elena y Dona Cristina, han dejado de formar parte de La Familia Real para pasar a ser Familia del Rey.
Felipe está casado con Leticia, la Reina de España.
Ellos tienen dos hijas, Leonor y Sofía.
Leonor se ha convertito en heredera y princesa de Asturias.
La ley sálica española establece que las mujeres sólo podrían herededar el trono si no hay heredederos varones.
El problema se reabriría si el Rey Felipe y la Reina Leticia tienen un hijo varón.
Por esa razón, miles de personas en España piden que se rectifique la Ley.

G. Giancola, II B



MUSIC IN THE 60’s AND 70’s

In this article we talk about our passion, music, especially from the 60’s and 70’s.
There are lots of bands and singers, but we will introduce only the musicians we like the most!

 

The Beatles

They were an English band from Liverpool, active from 1960 to 1970.
Their nickname was “the Fab Four”, and they influenced music, fashion and pop art.
Their most important songs are: “Love me do”, “Let it Be”, “Michelle”, “Yellow Submarine” and many others.
Unfortunately, two of them died: John Lennon, shot and killed in December 1980, and George Harrison (he died of lung cancer in November 2001).

Paul McCartney and Ringo Starr, the surviving members, still write songs and give concerts.

David Bowie

He is an English singer, actor and songwriter.
He was born in London on January 8th, 1947.
He began his career during the 60’s.
His most famous songs are: “Space Oddity”, “Starman”, “Merry Christmas Mr. Lawrence” and many others.
He can play lots of musical instruments: guitar, keyboards, harmonica, saxophone, viola, drums... he’s a genius!!!


Elton John

He is an English singer, songwriter, pianist, record producer.
He was born on March 25th, 1947, in the UK. He is considered as one of the greatest artists of contemporary music.
The best songs we can remember are: “Candle in the wind”, “Your Song”, “Can You Feel The Love” and many others.
He received a special prize: the “knighthood” from Queen Elizabeth II in 1998.
He has performed to a number of royal events such as the funeral of Princess Diana and the Queen’s Diamond Jubilee Concert outside Buckingham Palace in 2012.
Click here to listen to “Candle in the wind”, dedicated to the famous actress Marilyn Monroe and ENJOY THE MUSIC!

 
Valeria A. 3 F – Anastasia G. 3 E

Intervista a don Rodrigo


Salve signor don Rodrigo!
Buonasera ragazzo!

Potrei proporle qualche domanda?
Sì, ma presto... Devo andare a cena con qualche amico questa sera.


Per prima cosa vorrei chiederle qualcosa di questa sua passione - se si può definirla così - verso Lucia. Com'è nata?
In realtà non ho mai provato alcun sentimento verso di lei... È nato tutto da una scommessa con quel buono a nulla di mio cugino, il conte Attilio. Diceva sempre che non sarei mai riuscito a conquistare una donna bella come lei, così virtuosa, onesta... Così quando quel giorno passò davanti a noi, pronunciai la parola "Scommettiamo?"



Capisco, ma Lei sicuramente sapeva che Lucia era - ed è - innamorata di Renzo Tramaglino...
Certo! Per questo ho usato ogni mio mezzo fino a quest'oggi, grazie soprattutto ai miei fedelissimi servi, i miei bravi!
Lucia sarebbe già stata mia se quel codardo dell'Innominato non l'avesse lasciata scappare.

Va bene, ma - Innominato a parte - tutti gli altri sono fedeli? Chi è il più fedele di tutti, colui che mai la tradirebbe?
Senza alcun dubbio il Griso. È con me da molti anni e ha portato sempre a termine tutti i lavori richiesti.


Grazie, signor don Rodrigo. Penso di averle rubato abbastanza tempo... Arrivederci e grazie ancora.
Di nulla, ragazzo! È stato un piacere.

L'intervista sarebbe finita qui, se qualche giorno dopo non avessi ricevuto una lettera del "signorotto spagnolo" dove era scritto di raggiungerlo al lazzaretto, per concedermi ancora qualche domanda... prima di morire.

Ho ricevuto la sua lettera, signor don Rodrigo, ed eccomi qua. Non avrei mai pensato di trovarla qui. Cos'è successo?
La peste ha colpito anche me, proprio la sera del nostro incontro, e ormai mi restano pochi giorni o poche ore di vita.

Ora che è sul punto di morire, si pente di ciò che ha detto e fatto?
Me ne pento amaramente e questa ormai è la fine che mi merito. E soprattutto mi pento di essermi fidato troppo del Griso...
 
Il Griso? E perché mai? Cosa le ha fatto?
Quando avevo capito di essermi ammalato di peste, l'ho mandato a chiamare il dottore, ma lui si è presentato dopo qualche ora con i ... AUGH... AUGH... con i monatti, per portarmi via, per portarmi qui, in mezzo a questi disperati appestati. Traditore! AUGH... AUGH
 
Si sente bene? La sua tosse è terribile, non la lascia respirare. 
Sì, non ti preoccupare, riprendiamo il racconto.
Entrati nella mia stanza hanno provato a tenermi fermo, nonostante questo ho tentato con tutte le mie forze ad attaccare il Griso. Mi hanno derubato di tutti i miei beni, mi hanno picchiato e poi mi hanno portato a morire qui.
Traditori! AUGH... AUGH!

L'intervista con don Rodrigo si è interrotta qui, non per mia volontà, ma per il malore che lo ha sopraffatto. Ho intervistato tante persone nella mia carriera, ma don Rodrigo e la sua sua storia non potrò scordarle tanto facilmente.


T. Ferretti (III A)


Incontro con Leopardi

Salve Signor Leopardi, noi siamo un gruppo di giornalisti inviati per intervistarla. Ci può parlare delle sue origini?
Sì certamente… sono nato nel 1798 a Recanati, nelle Marche, facevo parte di una famiglia nobile. Mi educarono in modo molto severo e per questo passai un’adolescenza molto triste.

È a causa della sua adolescenza molto rigida che il messaggio delle sue poesie ci fa riflettere sugli aspetti negativi della vita?
In parte la mia adolescenza ha influito sui testi delle mie poesie. La mia vita non era molto serena a causa della mia salute, ero escluso da tutti i miei coetanei e questo mi ha fatto chiudere in me stesso. Mi rifugiai nella biblioteca di mio padre dove iniziai a scrivere le mie poesie.

Nelle sue poesie la natura sembra crudele... Non le sembra che questo giudizio sia eccessivamente pessimista? Non crede che anche nelle cose più semplici come lo sbocciare di un fiore o la nascita di un bambino si possa capire che in realtà la natura non è sempre così cattiva?
Vedendola da un altro punto di vista la natura non sembra così crudele, ma ripensando ai miei momenti più tristi la natura è sempre stata colpevole della mia sofferenza e del mio dolore.

Nelle sue poesie spiega che nella giovinezza c’è sempre un pensiero legato alla speranza, però ripensando alla sua gioventù lei prova un sentimento di angoscia e di dolore. Non crede che la speranza ci dovrebbe essere sempre, anche nei momenti più cupi?
Secondo me la speranza ci abbandona quando noi smettiamo di combattere per le cose in cui crediamo, comunque ultimamente sto riscoprendo nella solidarietà un valore importante: capire che tutti gli uomini sono accomunati dallo stesso destino di dolore in un certo senso mi consola!!

Secondo lei l’uomo dopo la morte non ha nulla in cui sperare, la sua vita è tormentata da dolori e delusioni e il suo unico conforto è il rapporto con la poesia. Lei non crede che dopo la morte l’uomo sia in pace con se stesso senza dolori e sofferenze?
Io avendo vissuto una vita infelice, non saprei rispondere sinceramente!! Io credo che l’uomo sia infelice sempre e comunque.

Per lei queste poche domande sono sufficienti per riportare in un'intervista tutti i suoi pensieri e la sua idea della vita?
Per me sì! Avete centrato in pieno i miei pensieri, siete stati dei bravissimi giornalisti, senza scrupoli e molto sicuri di voi stessi. Con questa intervista potreste finire in prima pagina!!


   S. Marazza, S. Mastrangelo, G. Saccucci, L. Gontineac (III E)

Nel backstage de " I Sotto zero"

Ecco alcune immagini "rubate" dal backstage de "I Sotto zero", lo spettacolo messo in scena da alcuni dei nostri ragazzi.
Si sono dati davvero da fare per realizzare qualcosa di speciale, ognuno cercando di sfruttare le proprie abilità ed attitudini, guidati dalle sapienti mani della professoressa Serra e della professoressa Pesciotti.







In MEMORIA della STORIA

In occasione delle attività proposte per celebrare la giornata della Memoria, abbiamo avuto la possibilità di incontrare la nonna di un nostro compagno di scuola che ha perso suo padre nell'eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo del 1944. Quel giorno vennero fucilate 335 persone tra civili e militari dalle truppe di occupazione tedesche, che vendicarono l'attentato partigiano di via Rasella, dove morirono 33 soldati tedeschi. Fu lo stesso Hitler ad ordinare che per ogni tedesco morto fossero uccisi dieci italiani.
 
Queste sono alcune delle riflessioni che abbiamo scritto subito dopo l'incontro, dal quale siamo stati profondamente toccati e per il quale, ancora una volta, ringraziamo.
 
La signora ci ha parlato di com'era caratterialmente quello che lei stessa ha definito un "martire italiano", definizione che io mi sento pienamente di condividere.
L'unico pensiero che io posso esprimere è che questa donna non ha avuto solo un padre speciale, ma ha avuto un vero e proprio esempio di vita che le ha dato la forza di andare avanti. 

 
Mi ha molto colpito ascoltare nel documentario trasmesso durante l'incontro la testimonianza dei familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine. Mi ha colpito il modo atroce in cui sono state uccise... Non voglio nemmeno pensare alla paura e al dolore che hanno provato, perché sarebbero immensi.
Mi ha molto commosso vedere la signora interrompere il suo discorso per asciugarsi le lacrime.
 
Mi sono molto emozionata quando ho sentito la signora parlare della vita di suo padre e di come anche lei, le sue sorelle e sua madre trascorrevano i giorni senza sapere niente di lui.
Non riesco a capire perché la vita debba essere così.
 
La parte che più mi ha commosso è stata quando la signora ha ricordato l'ultimo incontro con il padre. Lei aveva solo 5 anni...  Chiese al padre perché fosse stato rinchiuso in carcere e lui le rispose: "Io sono qui per te e per la libertà di tutti i  bambini, uomini e donne del mondo".

 
Nel sentire questo racconto mi sono molto commossa. Mi hanno toccata soprattutto la lucidità e la dignità con cui la signora ci ha detto, quando l'abbiamo applaudita: "Questo applauso non fatelo a me, ma a quei 335 uomini, perché io non sono nessuno". E' riuscita a trasmettere quello che di sicuro voleva trasmettere suo padre: la libertà e l'umiltà.
 
Mi ha colpito molto sentire l'amore con cui la signora ricordava il padre. Dentro di me sento che non è facile raccontare una storia così dolorosa che riguarda la propria famiglia e voglio ringraziare la signora del coraggio che ha dimostrato nel parlare con noi ragazzi.
 
Gli alunni della III A





In viaggio verso la Scuola media!

Quest'anno frequento la quinta elementare e aspetto con ansia di andare alle medie; da una parte penso che sia una cosa bella, allegra, divertente, ma allo stesso tempo anche spaventosa perché è una cosa nuova per me e per i miei compagni.
 

Per fortuna c'è il PROGETTO CONTINUITÀ!!!
 
Questo progetto prevede che alcuni insegnanti delle medie scendano alle elementari per parlarci un po' di com'è la vita alle medie e per insegnarci molte cose importanti.

Il nostro nome scritto in greco!
Abbiamo cominciato con la professoressa di matematica che ci ha insegnato a fare le addizioni dei segmenti; poi è venuta la professoressa di letteratura che ci ha parlato dei miti e ci ha fatto scrivere il nostro nome in greco!
Ma non è finita qua, perché abbiamo anche fatto alcune lezioni di spagnolo ed è stato veramente bello! Abbiamo imparato in spagnolo il nome degli oggetti della classe e alcune domande di conoscenza ("Come ti chiami?"; "Quanti anni hai?"; "Come va?").
Infine abbiamo incontrato i professori di motoria, che ci hanno insegnato a numerarci, a giocare a palla rilanciata e ad usare gli spazi. Siamo capaci di correre e camminare in uno spazio ristretto!!!
Ah, dimenticavo di scrivere il progetto che ci è piaciuto di più: musica! Con la professoressa abbiamo imparato a suonare le note del flauto dolce e abbiamo visto un film, "Les choristes".
Abbiamo avuto inoltre la possibilità di assistere ad un piccolo spettacolo organizzato dai ragazzi del laboratorio teatrale: è stato molto carino, pieno di balli, canzoni, risate e tanto divertimento.
 
Secondo me questo progetto è stata una grande idea, perché noi abbiamo potuto dare uno sguardo alle medie... Il nostro futuro!
 
Chiara, Maria Elena (5^A elementare)


Io amo lo spagnolo!
 


Progetto "Social Street"

Nel mio scritto vorrei parlare di un articolo che ci ha letto in classe la nostra professoressa d’italiano e che racconta di un’iniziativa ideata da un uomo che, appena trasferitosi a Bologna dal suo paese natale, sente enormemente la difficoltà di vivere in una grande città, dove è sempre molto complicato stabilire rapporti di reciproco aiuto.

Lui racconta che, nel quartiere in cui è cresciuto, tra vicini erano molto amici, e se serviva qualcosa si poteva tranquillamente suonare al campanello di un vicino sapendo di non disturbare mai. Nota la differenza tra il suo quartiere e quello in cui si è trasferito… Nel nuovo quartiere tra vicini non c’è molta confidenza, ci si saluta appena e il rapporto finisce ai saluti.
La sua idea è stata quindi quella di creare una rete comune per compiere piccoli gesti utili agli altri e riceverne in cambio. Dopo averla pubblicizzata non è stato difficile diffonderla.

Ha creato un gruppo Facebook in cui la gente della sua strada può chiedere aiuto se ha bisogno di qualcosa o di qualcuno.

Ha chiamato questa iniziativa “Social Streets” e fino ad ora è stata già molto utile.
Se si ha un problema basta mandare un messaggio su Facebook; una ragazza, per esempio, a cui non partiva la macchina ha ricevuto subito l’aiuto di un uomo che ha portato i cavi e l’ha fatta ripartire. Io penso che sia una bellissima iniziativa e che tutti dovrebbero seguire il suo esempio, perché lui e tutti gli iscritti a “Social Street” hanno fatto capire che nel mondo c’è ancora qualcuno con il senso di solidarietà, amicizia, generosità e con il senso di “patria”.
Le “Social Streets” si sono diffuse anche in altre parti del mondo perché è molto facile sentirsi soli, anche in una grande città, ma con questa iniziativa la solitudine scompare: basta chiedere un po’ di compagnia o di aiuto sul gruppo e non si è più soli.
Anastasia Gargani III E

Bambini in difesa dei bambini: la storia di Iqbal


Gli adulti si sono un po’ dimenticati dei bambini, per questo il 20 novembre 1959 è stata emanata la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, che racchiude i diritti che devono essere rispettati nei confronti dei bambini. I più importanti sono:

-diritto all’uguaglianza: ogni bambino ha il diritto di essere considerato uguale agli altri, senza distinzioni di etnia, religione, origine e sesso.
-diritto allo sviluppo: ogni bambino ha diritto a mezzi che gli consentano uno sviluppo sano sul piano fisico, intellettuale e spirituale.
-diritto all’amore: ogni bambino ha diritto a ricevere protezione, amore e comprensione.
-diritto all’istruzione: ogni bambino ha il diritto all’istruzione gratuita e a partecipare ad attività ricreative.
-diritto ad una cultura di pace: ogni bambino ha diritto ad essere formato ad uno spirito di amicizia fra popoli e culture, di pace e di fratellanza.

Purtroppo questi diritti, anche se riconosciuti, non sono ancora sempre rispettati, e la storia di questo coraggioso ragazzo, Iqbal Masih, ne è la testimonianza.                                     

 

Iqbal  nacque nel 1983 in una famiglia molto povera del Pakistan, così fu costretto ad andare a lavorare, a soli 5 anni, in una fabbrica di tappeti. Lui e gli altri bambini vivevano in condizioni pessime. Cercò molte volte di fuggire. La prima volta venne riportato dal suo padrone, mentre la seconda scappò dalla fabbrica e partecipò ad una manifestazione contro la schiavitù minorile. In quella giornata decise di raccontare la sua storia e le condizione in cui lui e gli altri bambini lavoravano. Molte persone cercarono di salvarli e il padrone della fabbrica venne arrestato. Dal 1993 Iqbal cominciò ad andare ad una serie di conferenze internazionali in difesa dell’infanzia. Nel 1994 ottenne 15 mila dollari con i quali avrebbe voluto finanziare una scuola del suo paese. In una conferenza affermò che
"Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento da lavoro. Gli unici strumenti che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite".
Ricevette una borsa di studio ma la rifiutò. Aveva deciso di rimanere in Pakistan nella speranza di aiutare i bambini del suo paese. Grazie a lui, vennero salvati circa 3 mila piccoli schiavi. Il governo Pakistano chiuse decine di fabbriche di tappeti. Il 16 aprile del 1995 Iqbal venne assassinato mentre stava andando in bicicletta. Aveva 12 anni. Non si è mai saputo chi fosse stato ad ucciderlo ma si pensa a qualche rappresentante della mafia dei tappeti del suo paese.




S. Mannaioli, A. Cardinale, I. Socci II D



Un piccolo laboratorio in classe

Ragazzi e ragazze delle medie, oggi vi diremo come fare per rispondere a una semplice domanda :
CHE COS'È IL PESO SPECIFICO?

Il peso specifico è il peso dei biscotti che compra la mamma. Scherziamo! Naturalmente il peso specifico è definito come il peso di un materiale diviso per il suo volume.
Avete capito qualcosa?
Se volete comprendere il significato di questa definizione, provate a ripetere questo piccolo esperimento che noi abbiamo fatto in classe.

ESPERIMENTO:
Abbiamo preso come oggetti un sasso, una pallina, un tappo, una gomma, un bottone e, come strumenti, una bilancia tarata in grammi e un cilindro graduato.

Per trovare il peso specifico degli oggetti :
Prima di tutto abbiamo usato la bilancia per misurare il peso degli oggetti in grammi. 
Dopo abbiamo immerso ciascuno di essi nel cilindro graduato riempito d’acqua e così abbiamo misurato il volume dell’oggetto in centimetri cubi. Per misurare il volume dell’oggetto abbiamo osservato l’innalzamento dell’acqua.

Infine abbiamo calcolato il peso specifico dividendo il peso per il volume compilando la seguente tabella.


                               TABELLA DEI PESI SPECIFICI


OGGETTO
     PESO ( g)
      VOLUME ( cm)
PESO SPECIFICO
            Sasso
           25
                   22
             1.13
             Pallina
           10
                250
             0.04
             Tappo
             5   
                    5
              1
             Gomma
           30
                   26
              1.15
            Bottone
             6
                     2
              3



Gli scienziati della I A

 






La corsa campestre

La corsa campestre è una specialità sia maschile che femminile dell’atletica leggera. È uno sport molto impegnativo dal punto di vista fisico e psicologico, che prevede gare individuali e a squadre.
Quest’anno è capitato anche a noi, come scuola, di partecipare alla corsa campestre che si è tenuta presso il parco di Villa Carpegna. Questa esperienza è stata davvero stupenda e veramente divertente. Noi siamo stati molto felici di poter prendere parte a questa manifestazione e di vivere una mattinata così intensa.

Quando siamo arrivati a Villa Carpegna era già tutto pronto, il percorso era tracciato su di un'area aperta su un fondo erboso/sterrato dove collocate vi erano linee di nastro e transenne. Il percorso era lungo 600 metri, e noi dovevamo percorrerlo per ben tre giri. Eravamo circa 500 ragazzi provenienti da scuole medie inferiori e superiori.

L’iniziativa è stata realizzata da varie scuole della capitale e dal comune di Roma; è stata organizzata nel dettaglio grazie ai nostri docenti, ai collaboratori scolastici, ai genitori e ovviamente ai vari dirigenti che si sono adoperati tanto affinché tutto riuscisse al meglio; anche noi ragazzi abbiamo usato le nostre forze impegnandoci nel miglior modo possibile.
È stato bello davvero perché queste occasioni creano complicità e contribuiscono ad affiatarci ancora di più e ad avere spirito di gioco.
 

Spero tanto che anche il prossimo anno si possa riorganizzare un altro evento così bello. 

T. Ferretti, M. Falciani (III A)