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Progetto "Social Street"

Nel mio scritto vorrei parlare di un articolo che ci ha letto in classe la nostra professoressa d’italiano e che racconta di un’iniziativa ideata da un uomo che, appena trasferitosi a Bologna dal suo paese natale, sente enormemente la difficoltà di vivere in una grande città, dove è sempre molto complicato stabilire rapporti di reciproco aiuto.

Lui racconta che, nel quartiere in cui è cresciuto, tra vicini erano molto amici, e se serviva qualcosa si poteva tranquillamente suonare al campanello di un vicino sapendo di non disturbare mai. Nota la differenza tra il suo quartiere e quello in cui si è trasferito… Nel nuovo quartiere tra vicini non c’è molta confidenza, ci si saluta appena e il rapporto finisce ai saluti.
La sua idea è stata quindi quella di creare una rete comune per compiere piccoli gesti utili agli altri e riceverne in cambio. Dopo averla pubblicizzata non è stato difficile diffonderla.

Ha creato un gruppo Facebook in cui la gente della sua strada può chiedere aiuto se ha bisogno di qualcosa o di qualcuno.

Ha chiamato questa iniziativa “Social Streets” e fino ad ora è stata già molto utile.
Se si ha un problema basta mandare un messaggio su Facebook; una ragazza, per esempio, a cui non partiva la macchina ha ricevuto subito l’aiuto di un uomo che ha portato i cavi e l’ha fatta ripartire. Io penso che sia una bellissima iniziativa e che tutti dovrebbero seguire il suo esempio, perché lui e tutti gli iscritti a “Social Street” hanno fatto capire che nel mondo c’è ancora qualcuno con il senso di solidarietà, amicizia, generosità e con il senso di “patria”.
Le “Social Streets” si sono diffuse anche in altre parti del mondo perché è molto facile sentirsi soli, anche in una grande città, ma con questa iniziativa la solitudine scompare: basta chiedere un po’ di compagnia o di aiuto sul gruppo e non si è più soli.
Anastasia Gargani III E