Roma, 31/10/2016
Caro
Michele,
oggi
31 ottobre ti scrivo questa lettera nella speranza di essere, in qualche modo, d’aiuto
a te e a quanti stanno vivendo la tragedia del terremoto.
Erano
le 7.40 di questa mattina e stavo ancora dormendo, quando all’improvviso mi
sono svegliato con il letto che tremava e le serrande che scricchiolavano: era
il terremoto. Il mio primo pensiero non è stato per me o per la mia casa… ma
per te e per le persone che in quel momento stavano vivendo in prima persona
tutti i 6,5 gradi di magnitudo del terremoto.
Ti
scrivo perché voglio aiutarti a superare il trauma che hai vissuto e che
nessuno dovrebbe vivere. Non posso comprendere fino in fondo quello che stai
provando, ma posso immaginare cosa possa significare perdere la propria casa e
con essa gli oggetti che “contengono” i nostri ricordi, ricominciare tutto daccapo e avere la
sensazione che la propria vita è stata sconvolta in pochi secondi.
Vorrei
farti guardare le cose da un altro punto di vista e cercare di farti capire che
nonostante il grande disagio e la tristezza che inevitabilmente provi, puoi
comprendere che sei stato fortunato! Ieri sera, quando mi hai inviato il messaggio:
“Stiamo bene”, ho provato un grande conforto perché la famiglia è la cosa più
importante…. un gioco si può ricomprare, una casa anche, ma la famiglia no.
Devi
guardare le cose con positività, perché solo così potrai andare avanti, non
lasciare che il terremoto si porti via anche la tua gioia di vivere!
Ho
deciso di scriverti una lettera e non un messaggio per fare in modo che anche
tra trenta o sessant’anni tu la possa rileggere.
Ricordati
che ti sarò sempre vicino.
Alessandro Barbieri
Roma
2 novembre 2016
Ciao Elisa,
ti scrivo da Roma perché voglio sapere come stai, sono molto
preoccupata per te e per tutti quelli che si trovano lì a Norcia e che stanno
vivendo una situazione difficile. Ho visto il telegiornale e mi ha fatto molto
male sapere che tutte le case sono distrutte; l’ultima volta che sono venuta a
Norcia non immaginavo sarebbe potuto succedere qualcosa del genere.
Mi sono messa a piangere quando ho visto la chiesa di San
Benedetto, mi è venuta una stretta al cuore e non riuscivo a respirare
guardando tutte le macerie in quella piazza dove giocavamo da piccole e dove ho
passato i momenti più belli della mia vita.
Sai, anche io ho sentito la scossa, mi sono spaventata
tantissimo e non riesco a immaginare quello che avete vissuto voi. Tutte le
persone che vi stanno aiutando, anche quelle che vengono da fuori, pompieri, cittadini,
sono degli eroi veri (non quelli dei fumetti!) che rischiano la propria vita
per aiutare gli altri! Cerca comunque di stare tranquilla, anche se ora ti
sembra assurdo che io ti dica così, però, credimi, è la cosa migliore. La cosa
più importante è che non ci siano state vittime come ad Amatrice. Io non riuscirò mai a mettermi nei tuoi panni e a
capire il momento difficile che stai passando, ma sono sicura che riavrai la
tua vita, che tornerai a scuola, che potrai ricostruire la tua casa e che
torneremo ad essere felici come prima!
Mi manchi tanto e spero che riusciremo presto ad incontrarci
e a giocare di nuovo a Norcia davanti alla chiesa di San Benedetto.
Saluta mamma, papà e tutta Norcia.
Baci.
Sofia Nardi