![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKdAlARMOB1lKCTJyXj22VC21BU8locOFj5LLghyphenhyphenQJf5urgBGDV486qUGpaavCbxWJ1YcK4C1w4PU1-JrZMk7rtAnzqK3WlRA2RbLQzhJl2o_wXdAiBvk5M-pROxB5B_7MRHLTvDXzITw/s1600/2015-03-27+12.13.30.jpg)
Dopo ci siamo presentati e abbiamo scelto a turno un bambino che si è presentato. Io ho scelto una bimba di cinque anni che si chiama Bianca ed è arrivata da pochissimi giorni alla casa famiglia. Eppure mi è sembrato che vivesse lì da molto tempo; secondo me, è anche uno scudo per non pensare alle cose che la rendono triste. E' solare, vivace e allegra: ci sono stata poco con lei, ma ho imparato a conoscerla!
Dopo le presentazioni, insieme abbiamo fatto merenda con dolci e caramelle. Successivamente abbiamo giocato a nascondino e a rincorrerci.
A un certo punto la maestra ci ha chiamati, dicendoci che Suor Melinda ci avrebbe fatto visitare tutta la casa-famiglia. Le stanze erano divise su due corridoi, collegati attraverso una parete mobile che somigliava ad un passaggio segreto. Erano molto accoglienti, tutte colorate e piene di peluches.
Poi da un balcone abbiamo visto l'intero giardino con gli scivoli e i tappeti elastici.
Questo progetto mi ha fatto capire l'importanza di chi è in difficoltà o di chi non può avere tutto ciò che noi abbiamo. E' stato bello andare alla casa famiglia e dare quel poco che ai bambini basta per renderli felici.
A quei piccoli adulti abbiamo regalato un sorriso.
Chiara N. (5A scuola primaria)